Un fenomeno con radici sempre più profonde sul
territorio, sintomo di una presenza sempre più
strutturata e sempre meno sporadica: è questa
la realtà disegnata dal rapporto sull'imprenditoria
straniera a Prato elaborato dall'Ufficio Studi della
Camera di Commercio e dal Centro Servizi per l'immigrazione
del Comune di Prato.
Alla fine del 2003 erano complessivamente 2840 le imprese
attive gestite da extracomunitari che operano sul territorio
di Prato: una presenza sempre più massiccia ma
anche più qualificata, caratterizzata dal forte
legame tra l'origine etniche e l'attività esercitata.
Ne emerge un quadro variegato, dove, anche se i cinesi
restano la componente principale della presenza straniera
sul territorio, ci sono altre etnie che stanno acquistando
importanza.
Disegnando una classifica sulle presenze, i cinesi sono
seguiti dagli albanesi e dai pakistani.
La vera sorpresa sono i rumeni, che hanno velocemente
guadagnato terreno e che hanno preso campo nel settore
delle costruzioni. "La presenza massiccia di stranieri
rappresenta per noianche una opportunità - commenta
Armando Risaliti,
componente della giunta della Camera di Commercio di
Prato - perché ci dà la possibilità
di stabilire relazioni con nuovi mercati.
In molti casi, infatti, gli stranieri che lavorano qui
mantengono attivi i propri rapporti con la terra di
origine e, non appena
si sono stabilizzati, avviano delle attività
di import-export che rappresentano un canale privilegiato
per trovare nuovi mercati di sbocco".
L'imprenditoria straniera rappresenta ormai anche un
segnale
importante della dinamicità economica del territorio.
"Il 27,4% delle iscrizioni di nuove imprese che
abbiamo registrato nel 2003 hanno titolarità
straniera - aggiunge Dario Caserta, responsabile dell'Ufficio
Studi della Camera di Commercio di Prato - Ci sono settori
nei quali questa presenza è importante: ad esempio
nel commercio e nelle costruzioni una nuova impresa
su 4 è di origine extracomunitaria".
Complessivamente le imprese straniere sono il 10,7%
del totale, lo 0,7% in più dello scorso anno.
Se si guarda alla composizione etnica delle nuove attività,
l'imprenditoria cinese è quella che è
cresciuta meno, anche se invece sono aumentati i settori
di interesse: alle confezioni e ai servizi vanno ad
aggiungersi attività come quella della fabbricazione
di mobili, unsegnale di innegabile vitalità.
Gli stranieri che decidono di aprire un'attività
nella maggioranza dei casi dirottano la propria attenzione
verso i settori
tradizionali.
Rif. CdC Prato, Silvia Gambi, tel. 0574 612715
|